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Un'appassionata dedica d'amore, racchiusa nella bellissima espressione "uxor dulcissima", che un nobile romano rivolge alla consorte prematuramente scomparsa. Le sue parole, contenute in un'iscrizione funeraria, attraversano quasi due millenni e, in virtù del casuale ritrovamento dell'Ipogeo di Crispia Salvia, giungono fino a noi, recandoci il respiro intenso di un sentimento eterno. Una passione che si consolida e si rafforza nella latina Lilybaeum ed offre fortissime suggestioni, in grado di rinvigorire il legame fra due giovani che vivono le vicissitudini e la precarietà di un rapporto di coppia agli albori del ventunesimo secolo. Due storie che corrono su binari paralleli, apparentemente destinati a non trovare mai un punto di incontro, ma che, invece, nella dimensione onirica conoscono una miracolosa confluenza in un terreno fertile d'amore, avulso dai luoghi e dalle epoche storiche.